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Simona Menicocci (1985) ha pubblicato per La Camera Verde Incidenti e provvisori (2012) e Posture Delay (2013); alcuni testi dal progetto Saturazioni nel volume antologico di scritture sperimentali Ex.It – Materiali fuori contesto (Tielleci, Colorno, 2013); una sezione dell’inedito Glossopetrae/Tonguestones tradotta in svedese nella rivista «OEI» (#63-64, 2014); il testo italo-francese Il mare è pieno di pesci – La mer est pleine de poissons per la prima serie dei Fogli bilingue Benway Series (Tielleci, Colorno, 2014); alcune parti dell’inedito Si fa per dire tradotte in francese nella rivista «Nioques» (#14, 2015); una selezione dell’inedito H24 tradotta in svedese nel numero monografico sulla scrittura italiana della rivista «OEI» (2015); Manuale di ingegneria domestica per la collana Chapbooks (Milano, Arcipelago Edizioni, 2015).

Suoi testi sono apparsi in riviste, lit-blogs e web-zines tra cui «L’Ulisse», «Nazione Indiana», «alfabeta2», «Il caffè letterario». Collabora al collettivo «eexxiitt.blogspot.com».

Dal 2013 la sua ricerca si è estesa ai linguaggi dell’arte video, fotografica e installativa.

Nel 2014 è stata tra i curatori della rassegna di arte e scrittura sperimentali Ex.it – Materiali fuori contesto (Albinea, RE) e ha partecipato alla rassegna Generazione y – poesia italiana ultima presso il Museo Maxxi di Roma.

Nel marzo 2015, presso l’Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, ha partecipato al progetto La descrizione del mondo, a cura di Andrea Inglese, con l’installazione Hiro (anamorfosi è un avverbio di modo) ideata assieme a Fabio Teti.