Lettera d’invito all’esposizione del 21 marzo 2015

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Cari e care,

questa è una lettera solennemente informale, per invitarvi in maniera disinvoltamente ufficiale a contribuire all’allestimento di una mostra che si inaugurerà il 21 marzo a Torino all’Unione Culturale Antonicelli diretta da Enrico Donaggio, filosofo, collaboratore di alfabeta2 e caro amico. Questa mostra, che può considerarsi un’installazione poetica collettiva, si inaugurerà durante la malaugurata giornata mondiale della poesia, e avrà anche come scopo di gettare scompiglio nelle mondiali concezioni della poesia. Questa mostra durerà fino all’estate e sarà quindi aperta al pubblico durante tutta la fitta programmazione di incontri e eventi dell’Unione Culturale. Un blog accompagnerà questo progetto, costituendone l’archivio pubblico. E questo progetto vuole essere la prima tappa di un itinerario collettivo aperto a contesti, luoghi e autori diversi. Il titolo del progetto e dell’esposizione è Descrizione del mondo.

1. Alla parola “descrizione”, un dizionario sentenzia: “rappresentare con parole i particolari d’un fatto, d’un luogo, d’un oggetto”. Ma se si volesse descrivere il mondo? La descrizione del mondo pare sia un’impresa impossibile, perché bisognerebbe farla da quel nessun luogo, in cui solo dio può situarsi. Solo gli scienziati vi si dedicano con una certa disperata tenacia, manovrando telescopi e microscopi, teorie e formule. Eppure, ogni rinnovata descrizione, per risibile e periferica che sia, come quella che s’introduce nel nostro quotidiano ancora prima che in qualsiasi arte o scienza, costituisce un contributo, tra innumerevoli altri perennemente ricomincianti, della descrizione del mondo, e come tale essa non può ogni volta che cominciare in loco e mirando a un particolare.

2. Ci sono alcune frasi del Tractatus logico-philosophicus di Wittgenstein che possono essere ricordate in questa occasione:
“2.04 La totalità degli stati di cose sussistenti è il mondo. (…) 2.06 (…) (Il sussistere di stati di cose lo chiamiamo anche un fatto positivo (…)). (…) 2.1 Noi ci facciamo immagini di fatti. (…) 2.141 L’immagine è un fatto.”
Contro qualsiasi propensione spiritualistica, mentalistica, è importante ricordare che l’immagine di un fatto è un fatto, ha una sua materialità, si trova nel mondo, e lascia una traccia in esso, e non solo nelle menti o nelle coscienze.

3. Noi siamo uomini dalla doppia testa, uomini del passaggio, della transizione. Una nostra testa ha conosciuto descrizioni del mondo attraverso i libri, le tecnologie analogiche (radio, fotografia, cinema) e l’ancestrale operazione di graffiare, tramite un oggetto lordante, una superficie sufficientemente liscia e pulita. L’altra nostra testa ha conosciuto descrizioni del mondo attraverso le tecnologie digitali, e vive l’euforia della moltiplicazione incalcolabile delle azioni descrittive realizzate ogni secondo sulla rete informatica mondiale. Nello stesso tempo, questa seconda testa, possiede una strano rapporto con le tracce materiali delle nostre immagini del mondo: esse possono facilmente essere prodotte, diffuse, moltiplicate, archiviate, come se fossero di una sostanza liquida, gassosa, anzi immateriale.

4. Questo è un invito a partecipare a una mostra o, se volete, a partecipare ad un’installazione poetica collettiva. Vi chiedo insomma un contributo alla descrizione del mondo. Poiché la descrizione del mondo è impossibile, essa può essere inaugurata ogni volta da una gran quantità di punti e può consentire una grande libertà di approcci. L’approccio che vi propongo di adottare è quello che privilegi la nostra vecchia testa: quella che leggeva i libri, fotografa o conservava stampe fotografiche, scriveva a penna o con la macchina da scrivere, o disegnava con matite, pennarelli, colori a tempera. Vi invito dunque a contribuire attraverso tre tipologie di descrizione-reperto. Libri, fotografie analogiche, lettere scritte a mano, sono ormai non certo forme storicamente estinte di produzione materiale di descrizioni, ma forme rese obsolete, che presentano già un versante archeologico, di resto in parte avulso e indecifrabile.

  1. Una pagina originale di libro (dai più diversi formati “tascabili” ai formati più grandi – ma non più grande di un formato A4), strappata o ritagliata, con o senza ulteriori interventi di scrittura, scarabocchi, sottolineatura, cancellatura, ecc.). (Non riviste, quotidiani, ecc.)
  2. Un’immagine fotografica stampata (dalla foto stampata in serie – cartolina, manifesto – alla stampa fotografica privata e in esemplare unico). (Non cartoline o manifesti commerciali, con didascalie preponderanti.)
  3. Un foglio di carta scritto, scarabocchiato, disegnato a mano, o battuto a macchina, o eventualmente stampato tramite tecnologia digitale, ma su cui si sia operato con scrittura, disegno, o scarabocchio manuale o a macchina (dai formati più piccoli – cartolina – fino al formato A 4).

5. Queste tre descrizioni-reperto possono essere leggibili o meno, così come possono essere interamente vostre creazioni o objets trouvés.

6. Queste tre descrizioni-reperto vanno firmate per esteso, o tramite iniziali, o cifrate. Non vi saranno didascalie esterne col nome dell’autore, ma vi sarà un archivio digitale in rete con il nome dell’autore di ogni singolo pezzo – che vi invitiamo a scannerizzare – e vi sarà un manifesto appeso all’interno dell’esposizione con l’indicazione di tutti gli autori che hanno contribuito a questa descrizione del mondo.

7. Queste tre descrizioni reperto verranno affisse tramite trafittura, ciò significa che saranno sottoposte a maltrattamento, ed è quindi importante che esse siano pensate per questo destino, un destino di corruzione, perdizione, parziale disintegrazione. Vi chiediamo una sorta di dono, di piccolo oggetto sacrificato. Di cui comunque resterà traccia nell’archivio digitale, integro e incolume come dev’essere.

8. Le tre descrizioni reperto vanno scannerizzate e inviate in formato digitale entro il 22 febbraio a a.inglese@alfabeta2.it
e soprattutto vanno imbustate e spedite entro la prima settimana di marzo a questo indirizzo (con mittente ben evidenziato sulla busta):
Unione culturale c/o Soprintendendenza
via accademia delle Scienze 5
10123 Torino

9. Integrerà l’installazione, una parte sonora, a cura di Gianluca Codeghini. Le descrizioni-reperto, in questo caso, sono quelle che rimandano al medium radiofonico e hanno a che fare con le immagini di quei fatti particolari che sono i suoni del mondo.

10. Per qualsiasi esigenza non prevista, idea balzana, formati immondi, garanzie, estorsioni, reprimende, chiarimenti, vi prego: importunatemi.
Vi abbraccio forte e aspetto con ansia di sapere se vorrete contribuire alla descrizione
Andrea